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Commerialista criptovalute

Bitcoin e le sue origini

Da dove nasce il bitcoin?

In questo articolo ti darò alcune notizie storiche sulla nascita del bitcoin, dove nasce l’idea, perchè nasce. Alcune curiosità che ti aiuteranno a capire meglio il futuro. Sei pronto?

Sono il dott. Massimo Esposito, Commercialista a Firenze, con la passione per le novità. Per caso mi sono approcciato, nel 2017, al mondo delle criptovalute.

Da dove nasce l’idea della criptovaluta?

Il bitcoin ha origini nel movimento Cypherpunk, un gruppo di attivisti che, verso la fine degli anni ’80, si ponevano l’obiettivo primario di tutelare la propria privacy. Agli inizi degli anni ’90 il movimento comunica attraverso mailing list crittografate.

Nel marzo del 1993 nel manifesto di Eric Hughes  si legge “Noi Cypherpunks siamo attivi nella costruzione di sistemi informatici anonimi grazie all’impiego della crittografia, affinché lo scambio di informazioni e di denaro resti riservato. Noi scriviamo i codici software e li divulghiamo gratuitamente affinché siano disponibili ed adottati dal maggior numero di persone”.

Le idee di tale movimento furono portate avanti da David Chaum, inventore di DigiCash (chiusa nel 1999), prima impresa ad integrare la crittografia con la moneta al fine di rendere anonime le transazioni con un sistema di emissione centralizzato e di compensazione.

Una tappa fondamentale nella creazione di Bitcoin, fu la realizzazione di Hashcash, un sistema inventato da Adam Back nel 1997 come metodo per limitare l’e-mail spam.

La funzione hash svolge un ruolo di fondamentale importanza nella crittografia: serve a verificare l’integrità di un messaggio.

Nel novembre del 1998, Wei Dai, un ingegnere informatico, pubblicò un paper nel quale descrisse la sua idea di criptovaluta: “b-money, un sistema di cassa elettronico anonimo e distribuito”.

All’interno del documento, pubblicato sulla mailing list dei Cypherpunks, l’ingegnere propose due protocolli:

  • il primo consentiva all’aderente di mantenere un database separato, contenente il valore nominale di denaro appartenente all’utente;
  • il secondo delegava ad un sottoinsieme di utenti  il conteggio di denaro posseduto da ogni utente, che incentivati economicamente tendevano a comportarsi bene.
Arriviamo ai tempi più recenti

Nel dicembre 2005 Nick Szabo, il blogger, crittografo e inventore degli smart-contracts, pubblicò la proposta di Bit Gold: una valuta digitale basata sul Reusable Proof of Work (RPOW), il trucco crittografico già utilizzato da Adam Back nella creazione di Hashcash.

Szabo lavorò per diverso tempo presso la startup Digicash, ideata da Chaum;  egli comprese che la stessa presentava alcuni rischi legati al problema della doppia spesa.

La tecnologia RPOW, ideata dal programmatore Hal Finney e basata su dei token crittografici utilizzabili una volta sola, risolveva questo problema, anche se i processi di validazione e di protezione contro il double spending venivano ancora eseguiti da un server centrale.

La proposta di Bit Gold descriveva invece un sistema decentralizzato, dove ognuno, grazie all’utilizzo del timestamping e della firma digitale, possedeva una chiave pubblica propria.

Tutte le potenzialità di queste idee furono comprese da Nakamoto (dietro la cui identità si celano ancora grandi misteri), il quale riuscì a cogliere il meglio da ciascuna di esse, dando vita a quel progetto assolutamente innovativo che è la tecnologia blockchain.

Arriva Satoshi

Nel 2008 esce il white peper dove si spiega il funzionamento del bitcoin come metodo di pagamento.

Il bitcoin consentirebbe pagamenti online diretti tra le parti, senza un ente terzo che funge da garante, pagamenti peer to peer.

Gli intermediari, nel sistema classico, hanno la funzione di garanzia contro la doppia spesa. Satoshi propone un sistema, decentralizzato, che serve per disintermediare la fiducia.

La soluzione è utilizzare una rete peer to peer, stile napster

La rete contrassegna le transazioni con l’hashing in una catena continua di prova di lavoro, immodificabile se non modificando tutte le prove di lavoro.

Nei sistemi tradizionali, che risultano anche più efficienti, il problema della doppia spesa è risolto affidando ad un ente terzo, la verifica che una certa somma sia spesa una sola volta.

Nel protocolla Bitcoin è la rete, con i nodi validatori che verificano ed evitano la doppia spesa. Un cambio di paradigma epocale, che nasce in un momento, il 2008, dove ci sono molti enti centrali che falliscono e le persone non si fidano più di loro.